2015-06-05 Aggiornamento dalla Sierra Leone

Sierra Leone 4

Carissimi,

di seguito il consueto aggiornamento ricevuto dai Padri Gianni Zanni e Mario Zarantonello
che operano nella Missione dei Padri Giuseppini a Lunsar dove la nostra Associazione ha 3 fratelli di sangue con un progetto di adozione a distanza.

Ecco la loro lettera aperta.

Lanciamo un piccolo appello per il Progetto Orfani
(tutte le info sul Sito Internet degli amici dell’Associazione Selinehwww.selineh.it):

L’Associazione Selineh, in collaborazione con l’Associazione Aiutiamoli A Vivere, chiede un aiuto per allestire la pesca di beneficenza che si terrà a Montecchio Maggiore, Parrocchia P.P. Giuseppini, durante la sagra della “Valle” a settembre.

Quanti desiderassero contribuire, possono donare oggetti vari in buono stato, vestiario NUOVO, offerte in denaro, ecc..
Tutto il ricavato sarà destinato al progetto “Sostegno Orfani Post Ebola” a Lunsar Sierra Leone.

I volontari saranno presenti per la raccolta giovedì 11 giugno e giovedì 9 luglio dalle ore 20 alle ore 22 presso la Baita del Volontariato nel piazzale della Chiesa dei Padri Giuseppini.

GRAZIE PER LA VOSTRA GENEROSITA’

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AGGIORNAMENTO SIERRA LEONE:

Che grande dono il viaggiare per portare aiuto a quanti ancora, sotto lo shock dell’ebola, stanno cercando di guardare oltre per ridare speranza e sogni al futuro.
I sorrisi si stanno moltiplicando e diventano contagiosi, i canti si uniscono a questo inno alla vita.
I volti si stanno rasserenando, anche se non tutti.
E questo non perché l’ebola è terminata anzi, sembra che voglia farsi presente con prepotenza quasi ad avvertire che può portare ancora morte là dove viene sottovalutata.

In questi giorni ci sono stati diversi nuovi casi e l’Organizzazione Mondiale Della Sanità insieme ad altre Organizzazioni stanno cercando di capirne la causa e l’origine.
Forse sono i sopravvissuti a diffonderla o forse il virus sta mutando.
E’ ancora prematuro e difficile dare delle risposte, comunque i controlli sono molto rigorosi e gli interventi sempre più decisi ed efficaci.
Speriamo e preghiamo che anche qui, a breve, si possa dire … “l’ebola è finita”.
Nel frattempo però dobbiamo continuare a mantenere le precauzioni igienico-sanitarie per non correre rischi.

Ricordate quel bambino di cui vi abbiamo parlato in un precedente aggiornamento, che ogni mattino si sedeva sotto la veranda e guardava fisso l’albero che aveva davanti perché “là sotto era morta la mamma?”
Ebbene, non era proprio un bambino ma un ragazzino di 15 anni che in questo momento sta frequentando la nostra scuola.
Infatti due settimane fa un assistente sociale ci ha chiesto se potevamo accettarlo perché aveva espresso il desiderio di poter frequentare Murialdo secondary school.
E’ stato bellissimo poterlo accogliere, ed è stato altrettanto bello vedere che si è subito inserito bene nella classe.
Anche sul suo volto il sorriso è riapparso e speriamo tanto di riuscire ad aiutarlo nel modo migliore.
Ci sono assistenti sociali che hanno promesso di venire a trovarlo una/due volte al mese.
Sembra che stia recuperando tutte le sue dimensioni di giovane. L’affetto e l’amore che lo hanno accompagnato in questo periodo post-ebola ha fatto il miracolo, gli ha ridonato la gioia di vivere e anche la consapevolezza che può ancora sognare un futuro dove tutta la sua storia acquisterà il valore del domani e non solo come tentativo di superamento di un trauma causato dall’ebola, ma anche come una vittoria della volontà a superare questa difficoltà.

Le scuole hanno ripreso le attività e fortunatamente non è stato registrato nessun caso di ebola fra gli studenti delle varie istituzioni. Anche questo aiuta e incoraggia alla ripresa della vita “normale”.
Le nostre attenzioni, in questi giorni, vanno a toccare la realtà della gente.
Voi non potete immaginare l’impatto che il vostro aiuto ha nella vita delle famiglie e nei villaggi. Innanzitutto la gente sta riacquistando fiducia nel futuro e già si stanno dando da fare per riprendere pienamente le attività agricole.
Tutti, dagli adulti, alle donne, ai bambini, sono coinvolti.
C’ è una grande voglia di fare che si nota ovunque: preparazione dei terreni boschivi con il taglio delle piante; nello zappare il terreno e anche nella preparazione delle paludi, soprattutto quelle che si riempiranno presto di acqua.
C’è un vero fervore in questo, segno che la voglia di tornare alla normalità è grande.

Altro effetto della vostra generosità è sapere che da quando portiamo gli aiuti agli orfani e ai villaggi, più nessun bambino è mancato, anzi tutti mostrano vivacità e una buona crescita fisica. Oggi c’è bisogno di sentirsi vivi e di riacquistare la voglia di credere nel domani, di sentirsi pronti ad agire e a diventare ancora artefici della propria esistenza.
La povertà in forte aumento è la conseguenza logica all’impossibilità di “fare” causata dell’ebola.
E questa povertà non è solo mancanza di denaro ma riguarda anche gli altri aspetti della vita: le famiglie dove i giovani e gli adulti sono morti, si trovano in difficoltà a coltivare la terra, a reperire qualche aiuto extra; non tutti i bambini vengono mandati a scuola perché devono contribuire al mantenimento dei fratellini più piccoli; quando qualche malattia colpisce c’è la difficoltà di portare i malati a un dispensario perché non ci sono soldi per pagare le cure e le medicine; il contributo economico che noi diamo ad ogni famiglia è spesso usato per rimborsare i debiti fatti con altre famiglie tra una distribuzione e l’altra.
L’incertezza in molte case la si legge anche sui volti di coloro che le abitano.

Un altro effetto dell’ebola lo si nota nelle persone che sono riuscite a vincere il virus.
Purtroppo la malattia lascia dei segni e diversi disturbi:
mal di testa a periodi, fischio nelle orecchie, difficoltà visive, perdita di equilibrio, la pelle si riempie di piccole pustole come quelle del morbillo, molto dolorose e pruriginose.
La sofferenza sembra continuare ad accompagnarli. Speriamo che ci siano ulteriori studi per conoscere meglio questo male e che i sopravvissuti riescano a superare anche questi disagi, per poter tornare alle loro attività quotidiane senza lasciarsi travolgere dallo scoraggiamento.

Il nostro grazie, la nostra e la loro riconoscenza raggiunga le vostre famiglie come una benedizione.
La “vita” che voi state donando è già forza anche dentro di voi e siatene certi, tante delle gioie che provate, sono frutto anche del ricordo che questa gente ha per ciascuno di voi.

Che Dio vi benedica.

La comunità di Lunsar